Tutto quello che c’è da sapere prima di avviare un tirocinio (per lo studente e per l’azienda)
Il sogno di ogni studente è trovare un tirocinio in cui imparare qualcosa. Ma quello che forse lo studente non sa, è che il sogno di tutte le aziende è trovare un tirocinante che impari qualcosa. Nonostante i migliori presupposti, però, sul mondo dei tirocini c’è ancora tantissima insoddisfazione. Si arriva spesso a parlare di sfruttamento, ed ecco che compare il vecchio stereotipo dello stagista che fa fotocopie. Ci sono poi molte polemiche in merito a misure specifiche, da quelle su Garanzia Giovani, a quelle relative all’Alternanza Scuola Lavoro. Non voglio entrare nel merito delle questioni normative o di malagestione dei fondi, ma dare il mio punto di vista derivato dall’esperienza di essere stata per molte volte tutor aziendale, tutor universitario e, ovviamente, anche stagista.
Vivendo quotidianamente sotto il fuoco incrociato di studenti da una parte e aziende dall’altra, credo che tanta dell’insoddisfazione nei confronti di internship o stage che dir si voglia, dipenda dalla disinformazione e dalle aspettative sbagliate. Ho così pensato di ragionare su alcuni luoghi comuni relativi ai tirocini, a partire dalla mia esperienza soprattutto legata al mondo della comunicazione (perché quello che conosco più da vicino) a Torino (perché è la città in cui vivo, insegno e lavoro).
Non ci sono offerte di tirocinio di qualità
Gli studenti utilizzano il servizio di job placement dell’università come principale riferimento per trovare tirocini, ma spesso le aziende non sanno nemmeno che esiste, o temono infinite attese per formalizzare gli aspetti burocratici. Invece è il miglior modo per fare incontrare domanda e offerta, senza però mai fermarsi lì.
Se sei uno studente: guarda anche altrove! Spesso è sufficiente una ricerca su Google o LinkedIn per trovare l’azienda dei tuoi sogni in cui fare un’esperienza formativa. Una volta che l’hai identificata aggiorna il profilo LinkedIn, crea un curriculum che ti consenta di distinguerti tra altre decine di candidati e contattala.
Se sei un’azienda: iscriviti ai Job Placement dell’Università della tua città. Ad esempio a Torino per trovare tirocinanti nell’ambito della comunicazione puoi contattare l’ufficio Job Placement del Campus Luigi Einaudi a cui afferiscono i corsi di laurea in Comunicazione ICT e Media e Cultura, Politica e Società.
Il tirocinio non è retribuito
Vi sono vari tipi di tirocini, ognuno con obiettivi e funzioni differenti. I due tipi più diffusi per studenti e neolaureati sono i tirocini curriculari ed extracurriculari.
Quando si parla di tirocinio gratuito si fa riferimento a quello curriculare. Perché? Perché si viene ricompensati in crediti formativi, innanzitutto. Ma soprattutto perché l’azienda fa un altro tipo di investimento: quello del suo tempo. Dal punto di vista dell’azienda avere una nuova persona da seguire non è una banalità, soprattutto se è la sua prima esperienza nel mondo del lavoro. La gestione del personale è un’attività che consuma molte risorse in azienda: dagli aspetti burocratici, all’accoglienza, fino al controllo delle attività. Inserire una nuova figura su un nuovo lavoro significa infatti anche dover controllare quello che ha fatto e questo significa nella maggior parte dei casi dedicare i primi giorni a rifare lo stesso lavoro e spiegare perché e come deve essere fatto meglio.
Vi è però anche un altro tipo di tirocini, quelli extracurriculari anche definiti post laurea in quanto dedicati a chi ha conseguito un titolo di studio da meno di 12 mesi. In questo caso si tratta di tirocini retribuiti con un rimborso spese. Le caratteristiche dei tirocini extracurriculari sono definite a livello regionale: sul sito della regione Piemonte si trovano tutte le informazioni riguardo la retribuzione per questo tipo di stage. Al momento il compenso va da un minimo di 300 euro al mese per il part time a 20 ore alla settimana e di 600 euro per il full time a 40 ore a settimana.
Se sei uno studente: quando contatti un’azienda per verificare la disponibilità ad ospitare un tirocinante, esplicita fin da subito se il tirocinio che cerchi è curriculare o extracurriculare.
Se sei un’azienda: in sede di primo colloquio sii chiaro sul tipo di retribuzione e benefit. Anche se a livello formale non sei tenuto a retribuire il tirocinante curriculare, valuta la possibilità di premiare il lavoro a metà o fine tirocinio ad esempio con buoni pasto o corsi di formazione.
Dopo il tirocinio non ho il lavoro garantito
Vero, verissimo. Non ho dati statistici, ma credo che il numero di tirocinanti che non viene assunto sia molto alto. Nel mio caso del 100%. Dei 3 tirocini non retribuiti che ho fatto quando ero studente, nemmeno uno si è trasformato in lavoro. Ma non avevo nemmeno questa aspettativa. Nel primo caso il lavoro che sognavo da quando avevo 12 anni (essere la segretaria di produzione nel settore del cinema) si è trasformata nel mio peggiore incubo: molto semplicemente mi sono resa conto che non era quello che volevo fare. In un secondo caso, il dubbio nel cassetto me lo sono risolto velocemente scoprendo di non essere portata per l’animazione 3D. Nel terzo caso mi si è aperto un mondo: quello della comunicazione digitale. Sono stata assunta dalla stessa azienda in cui ho fatto lo stage? No: mi sono guardata attorno in quel mondo, dedicando il tempo libero anche a lavorare gratis (!!!) per progetti in cui credevo e poi, grazie a queste esperienze, sono stata contattata e mi è stato proposto un lavoro.
Se sei uno studente: interpreta il tirocinio non solo come un primo passo per una futura assunzione ma prima di tutto come un modo per capire se quel tipo di lavoro è quello che ti interessa o per cui sei portato.
Se sei un’azienda: chiedi fin da subito all’aspirante tirocinante che tipo di aspettative ha nei confronti del tirocinio. Chiedi se ha in previsione di fare altre esperienze dopo quella con la tua azienda, magari all’estero. Se non vi sono possibilità di inserimento in azienda dopo lo stage, indipendentemente dalla qualità del lavoro, esplicitalo fin da subito, per non creare illusioni.
I tirocinanti fanno fotocopie
Veramente credete che le aziende perdano del tempo a formare un nuova persona in ufficio (anche solo quella mezz’ora per spiegare quali sono gli orari di ingresso e uscita e dove trovare la macchinetta del caffè) per far fare fotocopie? O qualunque altra attività a basso valore aggiunto? Le aziende (almeno la maggior parte di quelle che conosco io) cercano persone intraprendenti, persone che propongono nuove attività o nuove strategie, che arrivano in azienda non tanto con esperienze pregresse, ma con la voglia e la disponibilità ad auto-formarsi nel periodo di tirocinio. Perché, molto spesso le aziende non formano i tirocinanti attraverso la modalità didattica a cui gli studenti sono abituati all’università, ma mettendoli di fronte a sfide e problemi e chiedendo loro una soluzione. Perché è questa la differenza tra “imparare studiando” e “imparare facendo”. E il tirocinio deve svolgere quest’ultima funzione, per poter essere veramente un primo passo nel mondo del lavoro.
Se sei uno studente: non aspettarti che in azienda ti insegnino a lavorare come in università ti insegnano le discipline teoriche. Mettiti in gioco e dimostrati proattivo. Sii responsabile ma non lasciare che la paura di sbagliare ti blocchi, perché un errore è meglio farlo a 24 anni durante un tirocinio che 5 anni dopo durante un colloquio per un posto fisso o davanti ad un cliente. Inoltre ricorda che qualunque attività ti venga chiesta di fare, uno dei valori di un tirocinio è comprendere le dinamiche dei posti di lavoro: tenta di capire come lavorano i tuoi colleghi, come interagiscono con i clienti. Fai domande. Sii curioso.
Se sei un’azienda: comunica chiaramente quali sono le attività che dovrà fare il tirocinante. Ma soprattutto quale autonomia ti aspetti da lui. Non creare false aspettative: se il tirocinio prevede attività di routine e ripetitive comunicalo. Tenta però anche sempre di integrare attività formative che lo stagista possa svolgere in prima persona o partecipando come osservatore al lavoro del team.
Sei sopravvissuto ad un’esperienza di tirocinio, come studente o come azienda?
Scrivimi per raccontarmi cosa ha funzionato e cosa no: potrebbe essere utile alle prossime generazioni 😉
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