Come mi sono guadagnata l’Internet, grazie al patentino ECDL
Il giorno in cui ho scoperto l’Internet era un venerdì.
La connessione a 56k ce l’avevo da qualche anno, ma l’Internet con cui ti puoi scaricare i film e la musica è un’altra cosa. E quella cosa io l’ho scoperta il primo giorno di lavoro, a 20 anni, in una biblioteca multimediale che mi ha dato da vivere per gli anni dell’università.
Sì, durante l’università facevo la bibliotecaria multimediale. Che più o meno consisteva nello spiegare alle persone come inserire il floppy nel PC e raccontare che c’era un mondo, oltre MSN.
Quel lavoro me l’ero guadagnato grazie a un CV con patentino ECDL integrato, che oltre a questo lavoro mi è servito talmente poco nella vita, da fornirmi un grande insegnamento: che l’Internet non si impara nei libri ma tra i link.
Ed ecco il link che mi ha fatto conoscere l’Internet: quello a forma di Mulo nel desktop del mio pc nella biblioteca multimediale.
Come ho scoperto i podcast, grazie a Macchianera
SBAM! Il primo lavoro! SBAM! La prima connessione a banda larga! SBAM! Il primo computer condiviso con gente che di Internet ne sapeva più dei libri! SBAM! Il file sharing!
Download di film, di serie Tv, di musica e di libri. Talmente tanto intrattenimento da non sapere da dove cominciare. In fondo da Blockbuster bastava passeggiare tra gli scaffali per farsi ispirare. Invece nell’Internet bisognava partire da un titolo o almeno una keyword. E siccome avevo in precedenza imparato questa cosa dei link, mi son messa a navigare di connessione in connessione fino a trovare il terzo SBAM! di questa storia: Macchianera! Il posto in cui sono entrata per cercare ispirazione per serie americane e ne sono uscita con trasmissioni radio che commentano la trash tv da ascoltare sull’iPod.
L’anno dei podcast, il 2005 2019
Dall’iPod ad Apple Podcast il passo è breve, ed allora ecco che si sono moltiplicate nel corso degli anni le trasmissioni ascoltate andando in bicicletta per Torino: da Digitalia al Disinformatico, da Strategia Digitale a Content Marketing Italia.
Potete immaginare quindi l’emozione di ritrovare le voci ascoltate per anni, (quasi) tutte in una stanza diciotto anni dopo durante il Festival del Podcasting. Il primo festival in versione dal vivo, proprio nell’anno in cui l’Italia sembra aver scoperto questo nuovo formato, che in realtà di anni ne ha una quindicina (se si considera Audible Revolution l’articolo in cui è stato coniato il termine “podcast”).
Il 2018 è infatti stato l’anno in cui Spotify ha aperto la sezione podcast ai contenuti italiani e ha lanciato una sezione dedicata ai Podcaster differenziandoli dagli altri artisti, in cui Audible ha sviluppato la produzione di serie originali e in cui una generazione di Creator nata su YouTube ha iniziato a guardare con attenzione a questo vecchio nuovo medium. Il podcast piace ai Creator perché ha una produzione più snella e anche un ascolto più lungo, abbinato spesso alla pratica del commuting.
Il 2019 si prospetta quindi come l’anno del BOOM! del podcasting pop. Io ci scommetterei.
Lascia un commento