del perchè l’inimicizia può essere un valore e (ri)generare guadagni
nell’anno di nostro signore 2008 si cade ancora nella tentazione di fantasticare sul demone dell’industria culturale. la fantasia certo è importante componente della cognizione umana. tuttavia, quando si tratta di interpretare un fenomeno culturalmente mediato come una trasmissione di successo, è necessario integrare fantasia e pratica.
per questo ho decisio di praticare l’entrata nel tunnel degli amici di maria [Amici, programma tv prodotto da Canale5 e condotto da DeFilippi Maria, a qualcheduno meglio conosciuta come moglie di Costanzo Maurizio]. desideravo poter dire: “parlo per esperienza”. ed è dunque per esperienza che ora parlo. un’esperienza cominciata nel mese di gennaio 2008 e da breve terminata. causa della terminazione: la programmata dipartita del programma di partito.
il partito del programma tutti certo lo conoscono. è il partito dell’azzurro speranza a cui tutti gli italiani cantano: “meno male che ci sei”.
dall’azzurro del partito al blu del programma il passo è breve. infatti in “Che noia questi programmi blu come il viagra” [Vanity Fair, 13, 3 Aprile 2008], Sofri Luca [a qualcheduno meglio conosciuto come marito di Bignardi Daria] rileva un’invadente tendenza ai toni ciano nella programmazione settata dai media. media settata. Mediaset. dunque: il partito azzurro setta l’agenda dei media. e su questo non c’è alcun dubbio. ma quello che Sofri rileva è che l’agenda dei media settati dalla setta di partio è: blu. il colore della noia, dice Sofri: dalla noia, passando per la tranquillità e la rassicurazione, si giunge direttamente alla stagnazione. “tranquilli, tranquilli il futuro non è roseo ma azzurro e va anche meglio”: anguri e figli maschi. tanti figlioli che ballano e cantano e recitano e imprecano. sono i figlioli di maria che sguazzano nello stagno della scuola di talenti più famosa del palinsesto.
figli maschi che esibiscono la propria mancanza di talento e, per non dare troppo nell’occhio, s’agitano in qualche rabbiosa imitazione dei maestri di ballo.
dalla cattiva maestra popperiana [Karl Popper (1994) Cattiva maestra televisione, Reset] ai cattivi maestri di ballo. tanto di guadagnato. il guadagno c’è stato d’avvero in questi 14 anni che ci separano del determinante e deterministico testo popperiano. cattivi partiti – cattivi programmi – cattivi ragazzi. dice popper, in soldoni. ma sono proprio i soldoni la questione del guadagno. gli studi sull’audience che leggono la plebe come cassa risonante che incassa tutto ciò che passa sono studi passati troppo spesso ritornati (nei dibattiti politico-televisivo-giornalistici). le tendenze socioculturali del presente, differentemente, propongono un pubblico ricevente, pretendente e ri-creante [Roger Silverstone (2000) Televisione e vita quotidiana, Il Mulino; James Lull (2003) In famiglia, davanti alla TV, Maltemi].
pretendente. ricevente. ricreante, dunque: gli amici di maria (quelli dentro il tubo catodico) sono pretendenti al trono della celebrità. gli amici di maria (quelli davanti al tubo catodico) sono riceventi dei modelli umani che i catodi proiettano. rimane un solo dubbio: in quale soglia mediale si colloca l’innata capacità ri-creativa dello spettatore mediale?
la (breve) esperienza di cui posso parlare e i (lunghi) studi di convergenza culturale [Henry Jenkis] suggeriscono: il paradiso fiscale. la fuga di cervelli non è più solo migrazione accademica ma anche spettatoriale. farsi amica la maria vol dire scegliere tra le squadre massmediali nominate “blu” e “bianca”. a conti fatti, tuttavia, il guadagno dell’amicizia dentro o davanti i catodi sembra meno che nulla. considerando perdite [di tempo] ed entrate [di discutibili valori] i risultati sono negativi. volendo trovare, oltre che un’amica, anche un tesssoro, cervelli e occhi fuggono verso lidi migliori. i media nuovi, in particolare, offrono un’alternativa all’inferno della scelta del migliore cantante [Marco e Pasqualino, per la cronaca dell’edizione 2008]. l’alternativa è entrare nella squadra nuovomediale dei nemici di maria. e, una volta entrati, bianco o/e blu poco importa.
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