“Non ho capito perché devono per forza stare svegli tutta la notte”.
Questa la perplessità delle persone, la prima volta che dicevo loro che avrei organizzato un’hackathon.
Per la verità, razionalmente non lo capivo molto nemmeno io, essendo abituata a dormire minimo 8 ore a notte.
Ma intuivo che un senso c’era. Quindi ho deciso di provare.
Da allora son passati 2 anni e di hackathon ne ho organizzate una decina, dalle dimensioni più diverse e sui più diversi temi: dai videogiochi, al food, fino alla domotica.
Alla fine, devo ammetterlo, in alcune si è scelto di guidare gentilmente i partecipanti all’uscita a mezza notte, per poi fargli trovare pronta la colazione alle 9 della mattina dopo,
perché non proprio sempre ci sono le condizione per stare svegli per 3 giorni.
Però ho trovato la risposta alla domanda, del perché stare svegli tutta la notte…
… avete presente le gite di terza media, dove dormite in camera con i vostri due migliori amici, con uno litigate furiosamente e non gli rivolgete più la parola per mesi, con l’altro si solidifica l’amicizia che dura per tutta la vita.
Ecco: immaginate di applicare questo tipo di dinamica al contesto business, in cui in 36 ore capite quale delle persone con cui state lavorando è adatta per diventare il vostro partner in una nuova startup, invece di scoprirlo mesi dopo, magari addirittura a posteriori della suddivisione delle quote della società.
Avete capito che un senso c’è nello stare svegli la notte, nel lavorare ad un progetto per un intero weekend invece di andare a sciare, con la deadline ravvicinatissima e un obiettivo che sembra irraggiungibile? Perché è in questi contesti, sotto stress, che meglio emergono le competenze di ognuno e le dinamiche di team.
Se siete curiosi di sapere cosa succede durante un’hackathon, l’ho raccontato in qualche post:
Hackathon To Die For: fare team bulding in una sola notte. La maratona di programmazione torinese per lo sviluppo di servizi digitali
La Global Game Jam e l’industria videoludica in Italia. Torino, Milano e Roma, tra le città protagonitse della Global Game Jam: un’hackathon di tre giorni che ci proietta nel futuro dell’industria videoludica
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