Fandom: The First Generation

Fan club e costuming al TFF 2009 – Cinema Apollo, Milano

Nella cultura convergente il fandom sta emergendo all’attenzione di un pubblico di massa.  Anche in Italia il fandom telefilmico raccoglie proseliti e coinvolge gruppi amatoriali di esperti che danno vita a comunità di pratica dedite alla diffusione della propria passione attraverso molteplici canali (blog, forum, wiki, gruppi nei Social Network).

Tuttavia il fandom telefilmico non è un fenomeno nato con il web. Al contrario fin dagli anni Ottanta in Italia sono sorti gruppi di cultori del genere fantascientifico e, in particolare, della serie Star Trek.

Il mio primo incontro ravvicinato del “terzo tipo” avviene durante il Telefilm Festival 2009.  Tra le sale del cinema Apollo infatti mi pare di riconoscere tre tipi diversi di fan. Il semplice spettatore appassionato che approfitta della rassegna per vedere le anteprime delle serie che saranno (o meno) trasmesse dai canali nazionali, i gruppi amatoriali di esperti per  i quali il TFF è anche occasioni d’incontro tra amici mediali. E infine i fan club che, a differenza dei fan group, sono riconosciuti istituzionalmente come associazioni culturali finalizzate alla diffusione del proprio telefilm di culto in Italia. Tra questi è possibile citare lo storico STIC, il Club Ufficiale di Star Trek in Italia, e il più recente Battlestar Galactica Italian Club.

A caratterizzare questo tipo di fandom è la pratica del cosplaying, ovvero la creazione di costumi simili a quelli indossati dai personaggi dei telefilm che vengono indossati durante manifestazioni o raduni. Così anche durante il TFF è possibile vedere fan vestiti con la divisa Blue Duty della nuova serie di Battlestar Galactica.

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Nonostante la mia cultura fantascientifica si fermi al primo tempo di E.T., decido di tentare l’incontro con questo “terzo tipo” e il risultato è un’interressante conversazione proprio relativa alla pratica del cosplaying rispetto alla quale il dibattito, tra i fan, è ancora aperto. In molti infatti sostengono che il termine cosplaying debba essere riferito esclusivamente al fandom legato ai prodotti mediali asiatici, mentre i fan di telefilm fanno, più propriamente, costuming.  Inoltre a distinguere il cosplaying dal costuming sembra essere la maggiore propensione, da parte dei primi, alla dimensione ludica e al gioco di ruolo. Mentre il costuming pare più legato ad un bisogno di riconoscimento subculturale. Sembra. Pare. Perchè per ora, a quanto ne so, il dibattito è ancora aperto anche all’interno delle stesse culture di fan.

Naturalmente le attività dei fan club non si limitano al costuming ma,  come mi spiega il presidente del BSGIC, consistono anche nel

“redigere una rivista interna,  ideare giochi di intrattenimento tra soci,  incontrare chi è appassionato come te per passare piacevoli momenti di relax assieme e incontrare gli attori della serie. Perché incontrare loro è un po’ come incontrare i tuoi personaggi preferiti e conoscerli meglio. In effetti chi, più dell’attore che lo interpreta, conosce meglio quel personaggio?”

Nelle parole dei membri del BSGIC riconosco inoltre molti termini in comune con il fandom telefilmico che mi è più noto, quello nato in rete: da “il piacere di condividere” alla “passione” per il proprio telefilm di culto. Tuttavia la differenza di questa prima generazione di fan sembra essere la peculiarità della fantascienza in quanto genere di nicchia, la cui passione risulta difficilmente condivisibile se non all’interno di una subcultura di appassionati. Conclude infatti il presidente del BSGIC sottolieando che

“I telefilm di fantascienza sono prodotti di nicchia che piacciono a poca gente. Quindi per poterne parlare ci si deve riunire, si deve cercare, ci si deve organizzare. Ecco che nascono i Fan Club.”

Mi rimane, a questo punto, solo un dubbio. Sarà sempre così? O anche la serialità fantascientifica si evolverà in funzione di un pubblico più ampio? Guardando il pilota di Caprica (lo spin-off che funge da prequel a Battlestar Galactica) sembrerebbe proprio tagliato su misura per quei nativi del mondo digitale, di quel mondo che si immaginava nelle fiction come un futuro non troppo lontano, che ora si fa presente. Ma questa è un’altra storia e un’altra fantascienza. Forse un’altra generazione fantascientifica.

La generazione di Caprica: Its Happening
La generazione di Caprica: It’s Happening

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