Ad ogni cambio di stagione ho una crisi d’identità. sono bastati otto gradi in meno nelle temperature massime a sollevare le solite questioni circa chi sono, in cosa credo, cosa voglio diventare da grande.
Lo scorso trimestre da grande volevo fare daria bignardi. Ma la rubrica barnarica sulla pubblicità sessista mi ha piuttosto delusa [Vanity Fair, 17.09.2008, p. 20]. La Bignardi accusa i messaggi pubblicitari di proporre stereotipi femmili sessisti. Vuole rifondare l’etica della pubblicità, causa (a dire del parlamento europeo a cui si associa) di violenza sessuale e disagi sociali.
A questa crisi d’identità reagisco con un metodo testato in epoca adolescenziale. 48 ore di fronte alla tv per trovare un modello mediale da emulare. Per tv si intende rigorosamente televisione generalista: nessun DVD o canale SKY. Dopo aver accuratamente vagliato l’offerta del duopolio televisivo mi dedico al Pomeriggio Cinque e all’Isola dei Famosi. La rete mediaset mi offre un’interessante intervista di Bardara D’Urso a Lory Del Santo. Mentre la scelta di modelli femminili proposti dal reality rai è varia e sfiziosa: la donna B. Rodriguez (in cui B è il suo lato prediletto), la velina di scorta Veridiana Mailmann, la donna sotto vetro Flavia Vento, l’intellettuale Michi Gioia, fino a sconfinare in Vladimir Luxuria.
Insomma alla fine delle 48, dopo accurate riflessioni (in termini di adeguatezza del modello al mio me autentico, alle pressioni sociali della comunità e alle opportunità di carriera) mi trovo a dover scegliere se emulare Lory Del Santo o Flavia Vento.
Certo, tutto era più facile quando i pomeriggi erano monopolizzati da Ambra Angiolini. Nonostante abbia decciso di trascorre il prossimo trimestre in un cubo di plaxiglas infatti non sono pienamnte soddisfatta del modello scelto. Credo che alla prossima crisi d’identità trascorrerò le 48 ore di full immersion mediale nei meandri della rete. Giusto per provare se il cyberspazio mi impone modelli migliori.
Anzi no, forse quelle 48 ore le trascorreò nell’ufficio postale di via Arsenale. Per vedere se mi vengono proposti modelli femminili sessisti. Intervisterò le donne in coda per pagar le bollette chiedendo loro chi fa il bucato in casa. Giusto per vedere se, oltre che l’etica della pubblicità, bisogna rifondare anche l’etica dell’ufficio postale.
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