Questa sera, dopo tre giorni di navigazione al rallentatore, vedo apparire il 3G sul cellulare. Sto per gridare al miracolo, quando realizzo che la causa è tutt’altro che ultraterrena. Ho infatti appena raggiunto un territorio cittadino dopo un week-end natalizio trascorso in montagna.
Nella casa di mamma e papà della provincia biellese, l’ADSL è una tecnologia vecchia solo di un paio d’anni, mentre per quanto riguarda il cellulare… diciamo che è necessario fare la spola tra il salotto e la soffitta, nel tentativo di acchiappare una tacca.
I piccoli paesuccoli decentrati non sono infatti sicuramente i primi ad essere raggiunti dalle tecnologie via cavo, e nemmeno gli operatori mobili sembrano investirci granché. Ma forse qualcosa sta cambiano, come emerge da un bel resoconto di un’avventura ambientata d’estate ma con il sapore di favola di Natale. Marzia Rey mi ha infatti raccontato, apposta apposta per questa rubrica, la sua esperienza di camminatice alla ricerca di vecchie tradizioni e accessi Internet:
Dal 27 giugno al 24 luglio 2010 ho partecipato ad un progetto dell’associazione Tsambra francoprovensal, sezione francoprovenzale dell’occitana Chambra d’Oc, promosso dalla Regione Piemonte.
Un gruppo di 10 camminatori fissi, ognuno con un compito specifico, ha percorso un itinerario di 28 tappe all’interno dell’area francoprovenzale con l’obiettivo di verificare lo stato della lingua e creare una rete di conoscenze e contatti. Il cammino ha consentito di arrivare fisicamente alla porta delle persone e di dimostrare che è possibile lavorare per le ricchezze del proprio territorio, non solo conservando saperi e tradizioni ma vivendoli nel presente creando possibilità di reddito sul territorio. Il cammino ha toccato le realtà del Piemonte, Valle d’Aosta, Savoia, Alta Savoia, Vaud e Vallese svizzero.Per il resto del gruppo mi occupavo dei “contatti con l’esterno”, ovvero scrivevo il diario di viaggio che ogni sera inviavo insieme a qualche foto al sito dell’associazione e alla redazione del giornale valsusino La Valsusa. Quest’ultimo pubblicava le cronache on line e una volta a settimana dedicava un articolo in seconda pagina alla nostra avventura. Durante l’invio del materiale aggiornavo lo stato sulla pagina di Facebook e Twitter e inserivo i video fatti con la webcam, quando riuscivamo a crearne uno durante la giornata. Due volte a settimana ci collegavamo telefonicamente con la radio valsusina Radio Dora per circa dieci minuti in cui raccontavamo del nostro lavoro e le sensazioni di ciascuno di noi. Talvolta ci capitava di poter far parlare le persone incontrate nei paesi o che ci accompagnavano nella tappa della giornata. I contatti telefonici dipendevano dalle condizioni atmosferiche o dalla nostra posizione in quanto spesso era difficile trovare campo.
La connessione Internet, invece, spesso era messa a disposizione dal locale in cui pernottavamo, a volte a pagamento, altre gentilmente offerta dai gestori. Altre volte utilizzavo Internet Point e una volta è capitato di girovagare per il paese alla ricerca di una rete Wi-Fi non protetta (poi trovata). Soltanto tre volte ho rimandato l’invio dei dati alla sera successiva, in due occasioni perché ci trovavamo in rifugi di montagna e solo in un caso per inospitalità dei gestori dello chambre d’hotes in cui abbiamo riposato.Mi ha incuriosita molto la soluzione adottata da Bessans, paesino di 300-400 abitanti che si trova nella Maurienne, al confine con l’Italia. Si trova nelle vicinanze di stazioni sciistiche e per questo in inverno accoglie anche qualche turista. Il comune ha messo a disposizione di cittadini e turisti un Internet Point: una stanzetta dotata di tutti i comfort. Una lunga tavolata ospita alcuni computer e ci sono degli spazi liberi per chi intende lavorare con il proprio pc. La connessione è a pagamento e sono a disposizione anche materiali come stampanti, cd, dvd, cuffie e fogli. Il comune ci ha offerto l’utilizzo della connessione e la ragazza ha messo a nostra disposizione tutto quanto potesse servirci. Nella stanzetta erano già presenti due persone, un uomo e una ragazza. Dopo poco sono entrati una coppia e una signora, credo sulla sessantina. Erano lì per parlare con qualche parente.
Questa avventura alla ricerca di una connessione tra le valli montane, forse non ha ancora un lieto fine, ma contiene comunque qualche indizio di cambiamento. Le reti Wi-Fi di alberghi, rifugi, municipi o inconsapevoli (o sprovveduti?) abitanti del luogo potrebbero infatti diventare punti di accesso per sciatori, turisti e camminatori.
Siete frequentatori assidui di stazioni sciistiche o camminatori estivi fuggiti dalla città in cerca di frescura? Nei vostri peregrinaggi montani vi siete mai imbattuti in reti Wi-Fi messe a disposizione da enti pubblici o locali commerciali?
Buon Christmahannukwanzadan a tutti!!!
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