[FlashBack] Sono in un’aula universitaria gremìta di MacBook e fornìta di Wi-Fi. Mentre gli invited speaker discutono sul “palco” il Future of Entertainment, il pubblico connesso commenta, provoca, puntualizza nel backchannel e ne approfitta per creare connessioni e condividere informazioni con reti socievoli dall’altra parte del mondo, grazie a Twitter e ai suoi hashtag. [/FlashBack]
Questa non è una pura fantasia, ma un ricordo che m’è parso una proiezione in un futuro remoto, quando, questa settimana, mi sono trovata in una sala conferenze, guarnìta di Wi-Fi, ma sguarnìta di MacBook. C’erano un paio di pc in sala, uno dei quali era dell’organizzatore, che si premurava di twittare frasi estratte dall’esposizione dei conferenzieri. Così mi trovo in un channel poco partecipato a cinguettare in compagnia di due loghi grigi e blu.
Qualche settimana fa, invece, alla gekkissima View Conference di MacBook ce n’erano assai, ma il Wi-Fi era eslusiva di quelli con il pass VIP. Per cui mi son trovata un’eremita nella folla ad annotare su Word le parole degli speaker, sognado conferenze e lezioni universitarie partecipate in cui gli astanti-studenti possano commentare, scambiarsi informazioni, criticare e fare, perchè no?, pure un po’ di gossip, giusto per tenere aperto il canale.
Un backcanale che, nella maggior parte dei casi, esiste già come infrastruttura tecnologica. Ad esempio tutte le aule del poco tech advanced Palazzo Nuovo sono dotate di Wi-Fi. Però, nel contesto italiano, non si attualizza nella pratica delle quotidianità didattica. Probabilmente per una molteplicità di resistenze culturali. Perchè, come ha scritto danah boyd commentando l’esperienza del backchannel di Modernity 2.0, vi è un atteggiamento di diffidenza (se non di disprezzo, se non di proibizione) sull’uso dei device di comunicazione durante conferenze, incontri di lavoro, lezioni universitarie.
Eppure le opportunità potrebbero essere molte: lezioni partecipate, Q&A dal pubblico distribuito geograficamente ma connesso comunicativamente, …
Voi avete mai avuto esperienze positive di conferenze partecipate?
O di totali fallimenti comunicativi, nonostante la disponibilità tecnologica?
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DISCLAIMER: non posseggo dati quantitativi che dimostrino una correlazione diretta tra presenza di MacBook e uso di Twitter, il quale, attualmente, sembra essersi affermato come il servizio più funzionale alla pratica del backchanneling. Sono solo impressioni etnografiche.
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