Alla quinta foto su Facebook che posto con indosso un nuovo wearable, i più sensibili al tema non possono che incuriosirsi e chiedermelo: con quale ti sei trovata meglio?
E io, che ovviamente non aspettavo altro, rispondo con un post.
Premessa: del perché sono alla ricerca del wearable perfetto
Da anni calcolo calorie assunte e ipotizzo calorie consumate con metodi più o meno artigianali. L’obiettivo è mantenere un’alimentazione bilanciata rispetto al poco movimento a cui la vita ci costringe.
L’avere un dispositivo che conferisce una scientificità al mio tracciamento artigianale da un lato mi incuriosisce rispetto all’effettiva efficacia di queste metodologie, dall’altro mi stimola a dare una costanza al tentativo di equilibrio assunto/consumato di cui sopra.
Questo premesso, c’è anche da dire che un dispositivo indossabile deve un po’ andare ad adeguarsi alle attività dell’indossatore. Io, ad esempio, che mi muovo spesso in bici o a piedi, faccio un po’ di palestra e ogni tanto piscina, sono alla ricerca di un modello che consenta di tenere traccia di tutte queste attività (e che sia comodo da indossare).
[SPOILER] In data 25 luglio 2015 non l’ho ancora trovato [/SPOILER].
It was sooo Shine. Not sooo usefull
Il Misfit Shine è stato il primo acquisto. E il primo veloce abbandono. Acquistato perché molto fancy. E anche un po’ d’impulso perché avevo un invito da un amico con sconto. Si è rivelato però presto inutile.
Sul dispositivo l’obiettivo giornaliero è indicato come punti in un quadrante, il che lo rende poco preciso e di conseguenza poco motivante.
Ora ne hanno fatte millemila versioni con millemila accessori. Ma è un po’ come comprare un nuovo Swatch.
Garmin Vivosmart
Inizialmente ha impostato l’obiettivo di passi giornalieri molto basso, quindi poco sfidante. Tanto che ignoro la funzionalità di tracciamento e lo suo prevalentemente per ricevere al polso le notifiche del cellulare (chiamate, sms, notifiche delle app). E devo dire che grazie a questo mi ha salvato da qualche chiamata che altrimenti avrei perso.
Gli obiettivi quotidiani vengono però definiti in base ai passi fatti il giorno precedente. Quando una camminata piuttosto lunga alza l’obiettivo, psicologicamente vengo motiva a mantenere i risultati. Scattato questo meccanismo, ho cominciato a usarlo per il suo vero scopo: pormi l’obiettivo di superare tutti i giorni il numero di passi minimi, per poter incrementare sempre l’attività.
In questo gioco al rialzo, l’app non aiuta, perché piuttosto basilare e nemmeno il fatto che il Vivosmart non riesca a capire che mi sto muovendo non solo quando cammino ma anche quando vado in bicicletta. A questo si aggiunge la comparsa sul mercato un nuovo competitor, che coniuga indossabilità del Vivosmart con monitoraggio del battito cardiaco.
Fitbit Charge HR
Fitbit Charge HR monitora il battito e quindi si accorge quando mi muovo, anche se non son passi ma pedalate. Purtroppo in estate, con l’arrivo del caldo e la tentazione della piscina, mi perdo il movimento in acqua perché non è waterproof.
L’app, oltre a tracciare le attività, consente anche di inserire i pasti a partire da un database abbastanza completo. Calcolando e visualizzando calorie assunte e calorie bruciate consente di avere una visione abbastanza precisa di quanto abbia senso ancora muoversi e quanto no. Grazie a questo e a un meccanismo di gamification, lo ha reso, per ora, l’activity tracker che uso da più tempo.
Voci di coworking:
Ho indossato e chiesto feedback anche sul Microsoft Band. Promette qualcosa in più, anche se a discapito dell’indossabilità. Ma non avendolo provato per più di pochi minuti, non saprei dare ancora un feedback utile.
Hiris, fundend (also by me 😉 ) in Indiegogo
Sono quindi in attesa del mio (o dovrei dire: dei miei) Hiris. Indossati fin da quando ne esistevano solo gli sticker, finanziati durante la campagna su Indiegogo. Ora sono in attesa solo dell’arrivo dell’autunno quando saranno messi alla prova dal mio battito <3.
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