Stavo mangiando un panino al tacchino e avevo già qualche difficoltà a gestire la salsa al cetriolo. Figuriamoci una conversazione con William Uricchio. Però lui è stato gentile. Ha capito la situazione, e si è impegnato ad animare la conversazione. Prendendo spunto dalla mia italianità esibita nel badge della conferenza The Futures of Entertainment e dal mio boffonchiare sul fatto che studio il fansubbing italiano, si mette a raccontarmi di Mike Bongiorno.
Uricchio mi ricorda che l’importazione para-legale di contenuti americani non e’ cosa nuova nella tradizione italiana, e nemmeno tanto subculturale. Il piu’ generalista dei nostri autori infatti era solo un attento fruitori di formati stranieri che ha importato nella nostra televisione (senza averne molto diritto). Pace all’anima sua (di Mike Bongiorno) e di chi ancora crede che il sistema mediale si basi sui diritti di proprietà intellettuale e non sulla loro trasgressione, nonostante molte evidenze storiche (vedi Lessig, Free Culture).
E così il problema tacchino è risolto (quello dei diritti televisivi no, ma il problema della fame nel -mio- mondo è più importante, giusto?).
[Per un report molto più intersoggettivo, preciso ed esplicativo della conferenza The Futures of Entertainment 4, rimando al blog di Rachel Clarke]
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