Come ti innovo il business nella shut-in economy

Il contesto là fuori è incerto, tante cose stanno cambiando. Più è forte il cambiamento, più solo chi riesce ad adattarsi innovando sopravviverà.

Una frase che, nella sua durezza, può sembrare semplice da dire, non tanto da implementare. Però c’è chi lo fa e dimostra che si può. Si può cambiare business rapidamente, potenziando i propri asset per rispondere a nuovi bisogni. Perché nella shut-in economy c’è richiesta di fruizione di contenuti online e di consegna di prodotto a domicilio. Perché durante l’emergenza sanitaria è necessario aumentare la produzione di dispositivi per prevenire e curare il contagio.

A partire da questi trend, alcuni esempi di aziende che hanno adottato un approccio innovativo per reagire all’emergenza e all’imprevisto. Perché, diciamocelo, a parte Bill Gates tutto questo nessuno se lo aspettava.

Yoga in streaming (e meditazione)

Prima regola per mantenere l’equilibrio: respira, fissa un punto di fronte a te e concentrati su quello. Dalla posizione dell’albero alla crescita del business la regola è la stessa. Ed è così che i centri e gli insegnanti di yoga da quando non hanno più potuto praticare in gruppo si sono trasferiti online. Dei miei gruppi di wellness preferiti tra Torino e Milano vi ho già detto. La novità è che tutti loro si sono inventati un modo diverso per tenerci compagnia sul tappetino.

A Torino le insegnanti di yoga di Fithomeless hanno creato un gruppo Facebook di consigli e lezioni in piccoli gruppi con Giorgia e Rossella. Mentre Yogaunion ha avviato lezioni in streaming a donazione libera, tra cui quelle di Odaka Yoga di Valentina. Spera Yoga invece mantiene un palinsesto fittissimo di The Smart Yoga Experience in streaming anche per bambini, a cui si aggiunge una stanza di meditazione su Zoom ad accesso gratuito tutte le sere.

Delivery di cibi pronti e non

Se non esci di casa, qualcuno il cibo deve portartelo. E allora ecco che tre diverse startup hanno potenziato i loro servizi per rispondere a questo bisogno.

Le consegne di pranzo in ufficio di Morsy ora arrivano anche a casa, sabato compreso, pure con Glovo e fra poco non solo cibi cucinati ma anche spesa (per chi vuole betatestarloo qui il link).

Il delivery lo fa anche WeTaxi, da trasporto persone e trasporto merci, dalla scorsa settimana anche a Torino.

Ovviamente tutto ciò senza mai toccare un euro, perché se c’è qualcosa che è bene evitare in questo periodo è il passaggio di oggetti da persona a persona, soprattutto perché i pagamenti digitali ci sono e funzionano.

A questo proposito non poteva mancare Satispay che questa settimana ha introdotto due nuove funzionalità: “Consegna a domicilio ” e “Prenota e Ritira”. Ed è così che ogni martedì per ordinare i freschi apro l’app, cerco Consegna a domicilio, trovo L’orto in fiore (giusto per citare il mio preferito), i contatti per fare l’ordine e alla consegna pago con lo smartphone.

Cultura social e a domicilio

Fruizione online e delivery sono le strade intraprese anche dal mondo della cultura.

Con l’avvio del lockdown, il mercato editoriale, soprattutto indipendente, ha dato vita in pochi giorni a soluzioni di consegna di libri a domicilio. Poi è arrivato l’ennesimo decreto che consente l’apertura delle librerie, ma forse volendo sviluppare una strategia di reazione all’emergenza e garanzia di sicurezza, vale la pena potenziare modalità innovative di distribuzione invece di ricadere ostinatamente al “torniamo come prima”.

Il settore dei musei invece è andato sui social, con tante iniziative dal trend collettivo #museichiusimuseiaperti lanciato dal Museo Tattile di Varese, al palinsesto social del Museo Egizio. Oltre all’approccio social che nell’immediato è sicuramente il più efficace nel mantenere calda la relazione con il pubblico, i musei nei prossimi mesi dovranno ripensare le strategie di coinvolgimento in un’ottica onlife, ovvero di comunicazione e progettazione integrata tra gli ambienti digitali e quelli fisici.

Innovare il manifatturiero

Se startup digitali e prodotti culturali hanno avviato percorsi innovativi verso la shut-it economy, il manifatturiero sta guardando ad una diversificazione della produzione per rispondere all’emergenza sanitaria: da Miroglio che passa dai tessuti per la moda a quelli per le mascherine, a Ferrari che passa dalle macchine ai respiratori.

Anche nel settore manifatturiero, se nell’oggi l’emergenza è quella sanitaria, nei prossimi mesi sarà quella economica a fare da padrone nel guidare lo sviluppo delle strategie innovative. Anche in questo caso lo sguardo dovrebbe essere rivolto da un lato a bisogni e mercati emergenti, dall’altro agli incentivi e opportunità tecnologiche dell’Industria 4.0.

Veloce, velocissimo

Che sia manifatturiero, cultura, piattaforme digitali o meditazione, ad unire questi esempi è un approccio innovativo e uno sviluppo veloce, velocissimo, perché altrettanto veloce è stato il cambiamento che abbiamo vissuto nella nostra quotidianità. E le aziende devono seguirlo, in fretta, ma con un approccio strategico a monte, alla cui base ci deve stare l’ascolto dei bisogni emergenti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *