Le 5 startup che mi hanno cambiato la vita nel 2017

Dalle palestre all’aperto alla consegna del pranzo in ufficio, le innovazioni del 2017.

 

Nel 2016 le innovazioni che mi hanno cambiato la vita sono state l’americana Netflix arrivata finalmente in Italia e la torinese Maid For a Day, #GodSaveTheMaid.

Un anno dopo sono ancora fidelizzatissima ad entrambi i servizi, a conferma che rispondono veramente ad un mio bisogno; di novità però ce ne sono state tante anche quest’anno. Ed allora ecco l’edizione 2017 di #StartupsThatChangedMyLife. Quelle innovazioni che diventano parte delle abitudini di tutti i giorni tanto da pensare di non poterne più fare a meno.

 

Le startup che mi hanno cambiato la vita nel 2017

5. MOBILITÁ – Bike sharing in free floating

Non si può propriamente parlare di startup, ma più in generale di innovazione nell’ambito della mobilità. Dal 2016 il mercato dei trasporti torinesi si è aperto a nuovi player di car sharing (Car2Go, Enjoy e il più recente 100% elettrico Bluetorino) portando alla chiusura dello storico Io Guido. Nel 2017 è stato invece il bike sharing ad innovarsi, con l’arrivo anche a Torino delle biciclette condivise in free floating. L’iscrizione al servizio richiede pochi minuti. Le biciclette si trovano ovunque, anche in periferia e comuni limitrofi. Sono un po’ pesanti e senza cambi, bisogna ammetterlo, e soprattutto vedremo tra qualche mese quale sarà la qualità della manutenzione. Al momento però a parer mio vincono rispetto al bike sharing con le stazioni (anche se il Comune “promette” qualche regolamentazione in più). Ma la vera domanda è: ToBike subirà un destino simile a quello del cugino a quattro ruote?

4. SPORT – FitHomless

Ho una relazione complicata con le palestre. Nella maggior parte dei giorni, dopo le 20 di sera ci sono solo corsi di Boxe o Tango argentino, se va bene pilates. Niente TRX, ToneUp, Pump, Circuit Training, Spinning, qualcosa insomma che non implichi dover picchiare/abbracciare la gente o che causi la narcolessia fulminante. E poi è arrivata la palestra distribuita, in città. Il 2017 è stato l’anno in cui sempre più istruttori, gruppi, associazioni hanno cominciato ad organizzare lezioni all’aperto, con il bello e il brutto tempo. Aggregatore del tutto, oltre al solito Facebook con i suoi eventi, l’app TrainUp, con un calendario di eventi fitness in location non convenzionali. Il mio preferito il circuit training al Valentino organizzato dal gruppo FitHomeless che ha adottato i giardini pubblici come spazio di allenamento, alè.

3. FORMAZIONE – Sintesi Forma Online

Mi formo in mobilità. Lo confesso. Quando sono davanti ad un computer fisso dedico il tempo ad altro, quindi l’unico strumento con cui fruisco webinar e videocorsi è lo smartphone. Complice il passaggio ad un abbonamento da 30 Gb al mese, da quest’anno tutte le volte che mi sposto ascolto-guardo qualche tipo di corso d’aggiornamento. Ma aimhè non tutti i servizi sono esattamente… mobile ready. Mi trovo bene con il Learning Center di HubSpot, naturalmente con tutto quello che è messo a disposizione in formato podcast e con i corsi online di Sintesi Forma.  Con i corsi sui software Adobe e Microsoft di Sintesi Forma è stata un’estate costellata di: “ah, ma si fa così?! Se lo avessi saputo prima!”. Ecco, ora anche tu lo sai.

2. FOOD – Morsy #percena

Il food delivery ha raggiunto un altro livello. Va bene la consegna di frutta e verdura e di cibo da cucinare, ma se ti arriva direttamente il piatto pronto, e pure in ufficio, beh: è meglio. Grazie a Morsy almeno una volta alla settimana faccio una pausa pranzo fatta bene, alcune volte anche un paio di cene. Le ordino per pranzo e poi me le porto a casa: la migliore alternativa alla spesa dal PAM local.

 

1. PAGAMENTI – Satispay

Diciamocelo: l’unico inconveniente di Satispay è che quando lo cerchi sull’iPhone compare l’odioso Sto arrivando! Per il resto non c’è molto da aggiungere. Quando faccio lezione e chiedo agli studenti un esempio di innovazione, intesa come nuovo servizio che è entrato nelle abitudini quotidiane tanto da darlo ormai per scontato, una volta su due si cita Satispay. Almeno a Torino. Nel resto d’Italia forse questa nuova forma di pagamento cashless non è ancora così diffusa. In Piemonte però, dove è nata, l’hanno adottata in molti; sia consumatori finali, sia esercizi commerciali, siamo sempre tutti in attesa del cashback del venerdì! #finoachedura.

2 risposte

  1. Non solo Satispay è nata in Piemonte, ma il primo “pitch” lo abbiamo fatte in Treatabit, proprio a te Agnese 😊😉. Che ricordi!

  2. Avatar agnesevellar
    agnesevellar

    Correva l’anno… 2012 se non sbaglio. Eravamo appena nati, tutti e due! (Treatabit e Satispay 😉

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