scorporati

Cosa deforma i corpi nella società dello spettacolo?

La tecnologia dei 16:9?
MyTv

La inchieste urlate a mezzo stampa?

Estate: depressione da costume
Lo rivela uno studio compiuto su un campione di 300 persone

Lo spettacolo stesso?

Kate Moss
Kate Moss

La meta-comunicazione?
Nolita

In ogni caso da quando ho un 16:9 Elena Santarelli mi è più simpatica.

Elena Santarelli

5 risposte

  1. la foto dell’anoressia e` di oliviero toscani? ne avevo sentito parlare ma non l’avevo mai vista…

  2. gia’:toscani tenta lo shock come ogni volta. ma la cosa interessante della campagna, a mio parere, va ben oltre il testo publicitario. il messagio piu’importante, per me, sta nella storia del “dopo”. la modella infatti dichiara che l’essere diventata “pubblica” ed aver “pubblicizzato” la sua stessa autobiografia in quanto “malata” e’ stata parte della “cura”. per questo, chiedendomi cosa definisce la corporeita’, in quanto parte integrante dell’identia’ personale, volevo suggerire che le immagini pubbliche giocano un ruolo fondamentale non solo per coloro che ricevono il messaggio, ma anche per i protagonisti del messaggio stesso.

  3. …oliviero toscani guaritore? ^_^ a parte gli scherzi, in questo caso probabilmente si`; cmq come fotografo riesce sempre a comunicare con forza il messaggio che intende trasmettere. molto interessante la tua riflessione. mi fa nascere alcune domande: in quale modo l’essere diventata pubblica ha contribuito a far si` che la modella guarisse? c’e` stata cioe` una definitiva presa di coscienza conseguente alla visione conclamata della propria malattia agli occhi del pubblico? oppure il fatto di essere assurta a ruolo di testimonial di una campagna le ha dato importanti motivazioni aggiuntive per sconfiggere la malattia? ..o altro? cioe` e` stata l’immagine in se` la medicina o cio` che l’immagine ha comunicato al pubblico, modella inclusa? boh, vallo a sapere…! :))
    sono in ogni caso d’accordo con te che le immagini pubbliche abbiano una forte valenza anche per i soggetti ripresi, che tra l’altro secondo me, colgono un messaggio sempre un po` (o tanto) diverso dal resto del pubblico, proprio per il fatto di vedersi coinvolti in prima persona nel messaggio stesso…
    mi sembri un po` la susan sontag cmq… ;)) l’hai letta? la sto proprio rileggendo in questi giorni e, devo dire, finalmente comincio a capirci qualcosa… (non troppo). la prima lettura confesso e` stata frustrante e anche un po` avvilente… dai leggila! che cosi` mi spieghi un po` di cose astruse… ^_^

  4. ah, scusa i tempi biblici per la risposta… 🙁

  5. Ciao! sono appena tornata e ti faccio una visita..quello che dici mi interessa moltissimo…sia perchè per i miei studi mi sono dovuta necessariamente occupare del rapporto tra tecnologia e corporeità, sia per – e forse questo è lo è ancora di più – il ruolo della narrazione per il protagonista. Del valore terapeutico della narrazione se ne sono occupati in tanti, della narrazione pubblica forse meno…ma resta comunque una profonda verità!
    se parli di te metti in ordine e soprattutto ti “oggettivi”..diventi altro da te..anche se in questo caso la propria rappresentazione passa per l’obiettivo di un altro (soggetto narrante e narrato non coincidono) credo che il risultato sia il medesimo…
    Nemmeno io avevo visto in giro la campagna di toscani…shocking!
    a presto

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